A Guidizzolo è presente da decenni l’operato, sentito e molto apprezzato dalla comunità, di un gruppo di suore della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth.
LE ORIGINI. La congregazione è nata nel 1900 ad opera di Don Arcangelo Tadini, parroco di Botticino Sera (BS), con il compito di entrare negli edifici e negli stabilimenti industriali non tanto a dirigere e sorvegliare, quanto a lavorare insieme con le operaie. Non insegnanti, non capi, quindi, ma semplici compagne più grandi.
Le prime sorelle lavoravano nella filanda, progettata e costruita dal Parroco, e vivevano insieme con le ragazze nel pensionato per le operaie. Gli inizi sono difficili per la grande povertà e per le incomprensioni che la nuova Congregazione incontra, anche da parte della stessa Chiesa. Non c’era, a quei tempi, una comprensione positiva del lavoro femminile extra domestico. Il luogo “naturale” della donna era la casa e la famiglia. La fabbrica era vista come una deriva rischiosa per la donna, tanto più se religiosa.
OGGI. “Lavorare con mani d’uomo, agire con volontà d’uomo, amare con cuore d’uomo, come Gesù!
Oggi la congregazione delle Suore Operaie conta circa 200 sorelle che vivono per lo più in piccole comunità, in Italia, Svizzera, Inghilterra, Burundi, Brasile.
Il loro carisma è testimoniare Cristo nel mondo del lavoro attraverso, in primo luogo, la condivisione del lavoro stesso.
Sono chiamate ad entrare nel mondo del lavoro assumendo, per quanto possibile, le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di quel mondo, imitando Cristo che per 30 anni a Nazareth “ha lavorato con mani d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo” (GS 22).
Le suore sono, inoltre, presenti nei vari organismi della pastorale sociale e del lavoro, si occupano dell’emigrazione interna ed esterna, seguono i giovani nel loro cammino di maturazione con una particolare attenzione all’esperienza lavorativa, collaborando alla pastorale parrocchiale.